Negli ultimi anni, il mercato della birra analcolica e a bassa gradazione ha conosciuto una forte espansione, trainato soprattutto dalle nuove abitudini di consumo dei più giovani.
Secondo un’indagine recente di AssoBirra, l’80% degli amanti della birra conosce ormai questo tipo di prodotto e il 67% di loro lo consuma abitualmente, con un picco tra GenZ e Millennial, le generazioni più attente alla salute.
Non si tratta più di una semplice alternativa occasionale: il 35% dei consumatori sceglie la birra low o no-alcol al posto di quella tradizionale, sia per uno stile di vita più sano sia per necessità, ad esempio quando deve mettersi alla guida (32%). Inoltre, un quarto degli intervistati la considera una bevanda perfetta per accompagnare i pasti o da condividere nei momenti sociali.
Birre senza alcool: caratteristiche
Ma cosa distingue una birra analcolica da una birra tradizionale? Innanzitutto, è importante sapere che per la legge italiana una birra si definisce analcolica se ha un contenuto alcolico inferiore a 1,2% vol, quindi la percentuale di alcool non è allo 0,0%.
Grazie alle moderne tecniche di produzione i birrifici artigianali sono oggi in grado di creare birre con aromi complessi e strutturati, capaci di offrire la stessa esperienza sensoriale di una birra classica, senza far rimpiangere la gradazione alcolica.
Ma chi sceglie le birre analcoliche?
Oltre a essere un’ottima scelta per chi riduce l’alcol per motivi di salute o di stile di vita, le birre senza alcool sono particolarmente apprezzate dagli sportivi.
Ricca di sali minerali, questa bevanda è perfetta per reintegrare i liquidi persi dopo un’attività di endurance, offrendo un’alternativa rinfrescante e gustosa all’acqua o agli integratori idrosalini tradizionali, a volte un po’ “chimici”.
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