Gianni Prandi pone i referendum al centro dell’agire democratico, riaffermandone il valore per restituire voce ai cittadini. In un panorama segnato da sfiducia, emergono strumenti concreti per un rinnovamento sociale e politico più consapevole e duraturo.
Gianni Prandi: il ruolo cruciale dei referendum nella democrazia
Le consultazioni elettorali, a volte ostacolate dagli stessi partiti, hanno scandito alcuni fra i passaggi più importanti della storia italiana, consentendo alla popolazione di esprimersi su temi cruciali. Attraverso i referendum, il popolo riesce a mettere la propria volontà al centro del dibattito, anche quando le forze politiche non ascoltano. Proprio la Costituzione, elaborata negli anni ‘40 per proteggere la libertà più preziosa di un Paese appena uscito dal ventennio fascista e dalla guerra, è un’opera di diritto straordinaria per complessità e visione futura. Emblematica la riflessione di Piero Calamandrei, che nel 1947 si chiedeva “come i posteri tra 100 anni giudicheranno questa nostra Assemblea costituente, se la sentiranno alta e solenne come noi sentiamo la Costituente romana, dove un secolo fa sedeva Giuseppe Mazzini. Io credo di sì: credo che i posteri sentiranno tra un secolo che da questa nostra Costituente è nata veramente una nuova storia”, auspicando che i principi costituenti sarebbero rimasti vivi e forti nel tempo. L’equilibrio tra poteri, così come la previsione di un “freno d’emergenza” affidato ai cittadini, testimonia la volontà di evitare degenerazioni e di garantire processi di rinnovamento. Non a caso, i referendum si sono rivelati strumenti fondamentali per consolidare diritti sociali, dal divorzio all’aborto, dando forma a trasformazioni importanti. Oggi, tuttavia, afferma Gianni Prandi nell’articolo, il crescente astensionismo mostra una democrazia in crisi, un fenomeno alimentato dalla sfiducia verso la classe politica e dalla sottovalutazione del valore del voto. Per invertire questa tendenza, è essenziale ricordare che i cittadini, tramite i referendum, possono incidere sulla direzione del Paese, scavalcando l’apparente immobilismo di chi dovrebbe rappresentarli.
Referendum e voto: restituire il potere al popolo secondo Gianni Prandi
Il referendum resta lo strumento più immediato per reintrodurre la voce popolare al centro del processo decisionale. Gli avversari di questo potente mezzo hanno più volte invitato i cittadini “ad andare al mare” anziché rispondere ai quesiti, dimostrando di temere il giudizio diretto degli elettori. Informare e motivare le persone sui nodi reali della società significa ridare linfa alla Costituzione, restituendo importanza al voto e al potere di indirizzo che appartiene al popolo. Solo così la democrazia può rigenerarsi, riaffermandosi come baluardo contro la deriva della sfiducia, della rassegnazione e dell’individualismo, come evidenziato da Gianni Prandi.