La sentenza della Corte costituzionale n. 192 del 2024 ha profondamente modificato la legge 26 giugno 2024, n. 86 (c.d. “legge Calderoli”) in materia di autonomia differenziata delle Regioni. Oggetto dell’intervento anche la parte riguardante i “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali” (LEP).
In proposito, nella successiva sentenza n. 10 del 2025 – che ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della “legge Calderoli” – la Corte ha affermato che «La sentenza n. 192 del 2024 ha poi ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di gran parte dell’art. 3 della legge n. 86 del 2024, che disciplina l’individuazione dei LEP, censurando sia la delega legislativa per la determinazione dei LEP sulla base di “nuovi” criteri non specificati, sia i criteri vigenti alla data di entrata in vigore della stessa legge, ossia quelli previsti dalla precedente legge n. 197 del 2022. Per effetto di tale duplice dichiarazione di illegittimità costituzionale non c’è modo, attualmente, di individuare i LEP di cui alla suddetta legge n. 86 del 2024: i “nuovi” criteri non ci sono e quelli vigenti non hanno più efficacia», concludendo che sussiste «la paralisi – fino ad un futuro intervento del legislatore – dell’individuazione dei LEP di cui alla suddetta legge n. 86 del 2024» (punto 10.2 del considerato in diritto).
In esito alle due sentenze della Corte costituzionale il Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha redatto un disegno di legge recante delega al Governo per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni; la relativa bozza già circola nella Rete e sarà portata all’esame di un prossimo Consiglio dei ministri.
Positivo, quindi, che la importante materia dei LEP ritorni di attualità, considerato che l’articolo 117, secondo comma, lettera m) li ha previsti per cercare di garantire un adeguato livello di servizi e prestazioni alla popolazione in ogni parte d’Italia, in particolare a quella fragile.
Da parte dell’Esecutivo temo, però, due cose: 1) che la proposta governativa che verrà posta in discussione in Parlamento si limiti, nello stabilire i principi e criteri direttivi richiesti dall’articolo 76 della Costituzione, alla semplice indicazione di quelli che portino alla determinazione soltanto di quei livelli essenziali che il legislatore aveva già individuato negli anni successivi alla riforma costituzionale del 2001; 2) che il Governo sia tentato di determinare solo quei livelli attualmente finanziabili dallo Stato, facendo divenire un traguardo quello che in realtà è solamente un pur valido punto di partenza.
Entrambi i timori sono motivati dal pericolo, niente affatto ipotetico, che i LEP non ancora determinati vengano dimenticati dalle Istituzioni; ciò a causa della fretta di giungere – a qualunque costo – alla concessione dell’autonomia differenziata.
Anche nei confronti delle forze di opposizione ho però un timore: che esse concentrino i propri sforzi nel solo contrasto alle specifiche richieste di autonomia presentate da alcune Regioni, facendo però mancare sui LEP sia le proprie critiche che le proposte, quanto mai necessarie per un argomento così importante.
Tutte le forze parlamentari effettuino allora un’autonoma valutazione per presentare proprie proposte di legge per una normativa organica dei LEP, ad integrazione del lavoro sinora svolto dall’Esecutivo con il Comitato di esperti e la Segreteria tecnica che li ha affiancati.
A tale scopo potrebbero essere utilmente coinvolti docenti universitari ed esperti altrettanto validi, ma con un aiuto al quale l’attuale Governo non ha pensato: quello dei soggetti della società civile quali associazioni di volontariato, sindacati, organizzazioni di categoria, confessioni religiose, partiti non rappresentati in Parlamento ed altro ancora.
Sono questi i portatori di interessi da coinvolgere in un lungo e complesso, ma certamente fecondo percorso di “democrazia partecipativa” mediante strumenti quali quello delle consultazioni pubbliche preventive; lo faccia allora il Parlamento mediante un approccio programmatico, dimostrando forza e fantasia per volare in alto con lo sguardo dello Statista rivolto alle future generazioni.