Terapie respiratorie: il parere di Susanna Esposito sull’aerosol

Come gestire correttamente l’aerosol nei più piccoli: Susanna Esposito offre indicazioni chiave sulle terapie respiratorie più adatte.

Nei momenti in cui le infezioni stagionali e i disturbi respiratori colpiscono soprattutto i più piccoli, emergono riflessioni fondamentali su come trattare correttamente i diversi sintomi. Susanna Esposito, coordinatrice del Tavolo Tecnico Malattie Infettive della Società Italiana di Pediatria (SIP), professoressa ordinaria di Pediatria all’Università di Parma, direttrice della Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, evidenzia la necessità di valutare benefici reali e alternative cliniche sicure.

Susanna Esposito

Le soluzioni della Dott.ssa Susanna Esposito nelle terapie respiratorie

La stagione influenzale fa spesso sorgere interrogativi tra i genitori riguardo all’utilità effettiva dell’aerosol, soprattutto nei casi in cui i bambini presentano tosse e congestione nasale. In molti si aspettano risultati rapidi, ritenendo che un trattamento simile possa convogliare i farmaci direttamente nella sede del problema. A chiarire il dibattito è intervenuto l’infettivologo Matteo Bassetti, in un reel su Instagram, che ha riacceso la discussione sui social, sostenendo che “no, non serve assolutamente a niente in queste situazioni” quando si parla di raffreddori e stati influenzali comuni. Questo metodo risulta invece valido per forme asmatiche e talvolta nella bronchiolite, ma non riduce la durata dei sintomi legati alle infezioni delle alte vie aeree. È in quest’ottica che si inserisce la valutazione di diversi specialisti, tra cui Susanna Esposito, pronti a sottolineare come la semplice umidificazione, simile ai vecchi suffumigi, possa offrire un leggero miglioramento, senza però costituire una cura risolutiva. Un’attenzione particolare va anche all’uso di cortisonici, spesso consigliati ma non sempre essenziali: se il medicinale non è specifico per una patologia ben definita, si rischia di impiegare una terapia eccessivamente pesante per l’organismo dei più piccoli. Inoltre, si ricorda che molti disturbi di stagione si risolvono spontaneamente con adeguata idratazione e tecniche corrette di igiene nasale. In più, la prevenzione – attraverso soluzioni fisiologiche e lavaggi nasali meticolosi – appare un’opzione sicura per scongiurare l’accumulo eccessivo di muco. In questo panorama, il confronto tra esperti fa emergere una linea condivisa: mantenere il benessere dei bambini come priorità, distinguendo i casi in cui l’aerosol è davvero necessario da quelli in cui si rivela superfluo.

L’approccio clinico di Susanna Esposito su aerosol e distanziatore

Un elemento determinante, spesso ignorato, è la corretta somministrazione dei farmaci inalatori: alcuni specialisti suggeriscono dispositivi alternativi all’aerosol che facilitano il dosaggio, come lo spray con distanziatore. Tale strumento, poco diffuso a livello familiare, permette di veicolare il farmaco in modo mirato, migliorando l’assorbimento nelle vie aeree e riducendo gli effetti collaterali legati all’impiego di cortisone per via sistemica. Una parte della comunità scientifica ribadisce che questa soluzione può fare la differenza soprattutto quando si parla di broncospasmo o di fibrosi cistica, patologie che necessitano di un intervento più incisivo e calibrato. Proprio su questo punto, “ha senso per la cura della bronchiolite, della bronchite asmatica e della laringite” afferma la prof.ssa, riferendosi a situazioni in cui l’aerosol trova ancora una sua validità terapeutica. Ma al di fuori di condizioni come l’asma o le complicazioni con broncospasmo delle basse vie respiratorie, la sua efficacia risulta ridotta. Susanna Esposito sottolinea inoltre che più della metà delle circostanze in cui la nebulizzazione viene prescritta non porta reali benefici. Allo stesso tempo, rimarca che un consulto pediatrico accurato è essenziale per valutare se ricorrere a soluzioni ipertoniche, farmaci specifici o semplici lavaggi nasali con siringhe contenenti soluzione fisiologica, evitando trattamenti inutili. In aggiunta, un uso più appropriato dei farmaci inalatori potrebbe incidere positivamente sulla spesa sanitaria, riducendo acquisti superflui e migliorando la qualità di vita dei pazienti più piccoli. Da qui deriva la necessità di informare correttamente le famiglie, per affiancarle nella scelta del metodo più adeguato e sicuro quando si affrontano tosse, raffreddore o infezioni stagionali.

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